a fleur-sur-mer, un “sasso” a 400 miglia a ovest da haiti , tutti i giorni, alle quattro del pomeriggio, ogni agosto, piove con il sole.
mentre i bagnanti, raccolgono ridendo ciabatte, cappelli, creme, borse, asciugamani, libri e giornali svolazzanti, michelle – controcorrente – respira verso il mare. si spoglia e si getta in acqua, per farsi penetrare dal blu e dal verde.
(dalle vetrate del bar sulla spiaggia la guardano e pensano “è stramba”. ma quella voce… quella voce da diavolo tentatore, roca di sigarette e passione, rivolta l’anima al peccato, si conficca nei pensieri e, lì, giace a scopar la mente, nei ritornelli delle canzoni che soffia ogni notte, durante l’ultimo spettacolo)
a occhi chiusi, assapora il fresco sulla pelle e in gola, senza distinguere dal colore, il sapore. apre le gambe ad accoglierne la carezza, la pelle lambita da onde di luce, sopra e sotto, dentro e fuori “dolcesalatodolcesalatodolcesalato”
come la bocca di eva, la figa di eva. come il sudore di eva, la risata di eva. come eva.
ripete il suo nome e lo arrotola, mischiato a una goccia di pioggia e a un rivolo di sale in una ciocca di capelli. e risente in gola il profumo del suo ultimo orgasmo, urlato sulla lingua.
“eva, mia mela e mio serpente, ti ho morsicata e avuta. ora…”
che fare?
seduta al bar si accende l’ennesima gauloise senza filtro. il mare le rotola ai piedi, in piccole gocce che muoiono sul pavimento di legno. seduta, beve e fuma
che fare?
segue il fil di fumo, come un pensiero, sale dalla bocca e prende forma, si contorce, si avvita, danza verso l’alto e si sperde. puf.
altra sigaretta. altro pensiero. altra decisione. puf.
l’aereo di eva partirà sabato all’alba.
“vieni, vieni via con me…”. e non è una canzone di paolo conte. è eva, eva dagli occhi chiari, eva che mi sussurri geroglifici sul seno e io che mi perdo nel tuo odore di promessa.
le scopa la bocca, maurice, un conato di vomito, un guizzo di sborra in gola. le dice “possiamo amarti tutti e due. io e lei”.
ma non può capire, pensa michelle, ingoiando. il suo amore per eva è totalizzante, unico, devoto.
bella voce aveva michelle. bella. roca. graffiante.
amava una donna, in modo totalizzante, unico, devoto. una fine triste.
all’aeroporto, la sua amante l’aveva aspettata invano.
non poteva certo sapere che, michelle, sul taxi, stava morendo in una bolla di sangue.
un tumore totalizzante, unico, devoto