mia Luce,
qui piove mentre da te brilla il sole.
i chilometri mi hanno allontanato ma mi riporteranno da te, a te, presto, prestissimo.
mi manchi, ogni secondo di respiro, ogni attimo di fremito, di mente e di gambe.
nel letto, la notte, ti cerco tra il profumo delle coltri.
nel letto, la mattina, ti cerco fra le gambe e, nell’orgasmo, ti raggiungo.
ti mando una foto: guarda i miei riccioli. ricordi? le dita ti si erano impigliate, tempo addietro, mentre mi prendevi la nuca per mordermi. ho avuto il livido per giorni.
ho qualche ruga in più, la pioggia non idrata: secca e ferisce questa mia pelle inutile, lontana dai tuoi liquidi…
al mio arrivo, portami dell’acqua, ma non troppa, Anima mia. il tuo cazzo mi chiama e ho troppa sete di te
per il resto, attendo di sfarmarti e di sfamarmi.
ieri michelle mi raccontava di un suo amico, pittore, arrestato per aver divorato la figa della sua amata. ho pensato che non mi sarebbe dispiaciuto, morire, così, tra le tue labbra morbide.
eravamo al bar sull’angolo del porto, quello dove prendo sempre il caffè. ebbene, sono andata in bagno e mi sono masturbata, al pensiero di quell’infinito amore cannibale, per niente smorzando il desiderio di farmi riempire.
massaggio l’amore che provo, a ondate
assaggio la forza della mia passione
m’assaggio il dito che mi tolgo dal culo
a te, Vita mia, l’abbraccio che mi circonderà.
tua,
devota