domenica sera

sex_cucinagironzolo svogliata per blog

guardo foto, leggo racconti

mi eccito e mi bagno, così, sentendo i capezzoli che spingono contro la sottoveste (in questa casa fa sempre troppo caldo)

mi masturbo, seduta sulla sedia, con piccoli e rapidi colpi del dito medio: vengo in meno di un minuto

ecco, sto meglio

mi alzo e vado a cucinare…

p.s.: ti pomperò l'anima

riflettendo

boccac’è stato un tempo in cui abbiamo fatto solo sesso orale.

cioè, in tempi non sospetti (come dici tu), abbiamo parlato tantissimo di sesso

e io, in quel periodo di masturbazioni mentali e non, ti avevo detto “stai attento perchè i miei pompini danno dipendenza”

ti sei innamorato di me per scoprire se dicevo la verità?

no… ti sei innamorato di me quando hai scoperto che avevo ragione. hai capito di non poter più fare a meno della mia lingua lungo la tua cappella. quando ti stringo alla base, con le mie piccole mani, toccandoti le palle… e sfioro di saliva e respiro, il tuo cazzo duro e pulsante, partendo dal culo; quando affondo e risalgo, stringendo le gote per far montar sborra; quando divento ali di farfalla e fiato caldo per prenderti in fondo… beh, che dire… sento la tua anima schizzare e urlare “ti amo”, con il cuore che rincorre la vita nella mia gola

mi ameresti lo stesso se fossi meno troia? o più controllata? e se non mi infradiciassi mentre mi scopi il culo? e se non godessi moltiplicando grida e ansimi?

sicuramente non mi avresti amato

perché tu ami questa donna animale da possedere, mestruata, come un cane in calore; questa donna da esibire per strada, strizzandole le tette sino a farle insaporire di sangue, leccandole il culo mentre sale le scale
perché tu ami questa donna che, ora, ha bagnato il cuscino su cui siede, pensando a quando godremo di parole e muscoli

e tu, amore mio, vieni. sto sbavando dalla voglia di farti morire tra le mie labbra

dei nostri orgasmi

dei nostri orgasmifuochi accesi e mai spenti, piccole morti che ci fanno rinascere e riavere, avvinti al cielo, sparsi sulla terra

Tirsi morir volea
gli occhi mirando di colei ch’adora
quand’ ella che di lui non meno ardea
li disse: “Ahimè ben mio, deh non morir ancora
che teco bramo di morir anch’io.”

renò Tirsi il desio
ch’ebbe di pur sua vita allor finire,
e sentea morte e non potea morire,
e mentre il guardo suo fisso tenea
ne’ begli occhi divini,
e’l nettar amoroso indi bevea,
la bella ninfa sua, che già vicini
sentea i messi d’amore
disse con occhi languid’ e tremanti:
“Mori cor mio, ch’io moro.”

Cui rispose il pastore:
“Ed io, mia vita, moro.”

Così moriro i fortunati Amanti
di morte sì soave e sì gradita,
che per anco morir tornaro in vita.

giovanni battista guarini concorso d'occhi amorosi (madrigali CLI)

immobile

dietroagg. m. e f. [pl. -i] che non si muove, che non si può muovere: essere, stare, rimanere immobile

dal lat. immobile(m), comp. di in- ‘in- 2’ e mobilis ‘mobile, movibile’.

stabile
saldo
attaccato
bloccato
fermato
ancorato

ecco, è così che mi fai dire
"non ti muovere"
in quell'istante in cui ti fermi e rimani

ancorato
tra le mie viscere

saldato con la sborra
alla mia anima

fisso
con il cazzo tutto in fondo al mio culo

l'attesa

ritoquando lo stomaco è chiuso
quando la pelle è sensibile al minimo oltraggio
quando il tempo non passa

bhè, quella è l'attesa di vederti

è anche il tempo in cui non mi posso toccare
il tempo della preparazione
il tempo della bocca languida

le mie voglie
porche
sporche
sbaragate
languide
torride
stanno per prendere forma sotto le tue mani

e io, nell'attesa, mi preparo a te

quando l'attesa diventa rito? chi può dirlo.
ma l'eccitazione sale e la fica perde i fili di linfa che tu dovrai seguire per raggiungermi

pizzico i capezzoli per renderli acuti ai tuoi morsi
il culo, vuoto, per non trovar pressione, quando mi sborrerai dentro
la figa, depilata solo nella parte che leccherai
liscia
morbida
vellutata

raso sotto la tua lingua e nelle viscere

io sono qui,
per offrirmi a te
ancora vergine troia

da deflorare nella carne
da respirare nell'anima