La sodomia è l’atto sessuale della fiducia più estrema.
Tony Bentley “The surrender”
La sodomia è l’atto sessuale della fiducia più estrema.
Tony Bentley “The surrender”
e pronta a farti disporre di me,
del mio corpo abusato,
dei miei pensieri dedicati,
dei miei buchi posseduti,
delle mie parole sconce,
dei silenzi d’amore,
del culo aperto,
dei gemiti ingoiati,
della figa fradicia,
delle urla soffocate,
dei capezzoli doloranti,
dei mormori confusi,
delle chiappe segnate,
della bocca oltraggiata,
di me intera,
io.
cagnescamente disponibile.
Non smetteva di ridere raccontandole cazzate, al bar valentino, prima di scappare di qua e di la’, tra un cappuccino e un espresso.
Le sposta un ricciolo dal naso e sorride “ti fa ancora male?”
Lei smoccola, agita la gonna per far passare aria sulla figa violacea, pensa che stavano meglio a letto prima, dopo quella lunga maratona di sesso e amore e prende con il dito la schiuma dalla tazza. “si” bofonchia – mentre prende nota mentalmente di non scordare mai la lozione lubrificante.
Lui ha una briciola di cornetto sul labbro e Guarda la strada oltre la vetrata del bar come se guardasse un tramonto, al mare, quando il sole splasha nell’acqua.
Diventa serio di colpo, la fissa nelle lenti a contatto e dice”se mi concedessi di Sborrarti addosso anziché spingermi con le chiappe, in fondo in fondo… Sarebbe meno doloroso”
Lei nasconde lo sguardo malizioso con il fazzoletto, mentre si soffia il naso e ricomincia a bagnarsi.
Poi si compone, gli lancia uno sguardo miope e gli soffia tra le mani “oggi solo pompe”
Mentre spengono i telefoni, lei si sposta le mutandine e infila un dito in quellantro gonfio e umido.
Ancora Affamata.
ti guardo e ti vedo in mezzo alla gente
perchè sei il tutto in un mondo di niente
se mi fermo poi sul tuo sorriso sbrecciato
mi mordo le labbra per ogni bacio mancato
e, così, amore prendimi in braccio
scopami ancora, trasformami in straccio
dammi il tuo amore, dammi il tuo… bene
ti regalo tutte le mie sere serene
e se poi mi bagno io non mi imbarazzo
quando poi ingoio tutto il tuo cazzo
di sborra profumata son già tutta piena
ancora una goccia, dai, lungo la schiena
“è una coscia, una semplice, semplicissima coscia”
mi sfiori sotto al tavolo e la sento, tirare i tuoi pantaloni, quasi a farli scoppiare: dura, robusta, scattante
mangio e mi ripeto “è una coscia, una semplice, semplicissima coscia” ma tu ti strusci e inghiotto di fretta il boccone, capezzoli ritti, voglia di te
mi guardi e sorridi, dal maglione si vedono i piccoli chiodi impigliati nella lana e un leggero rossore sul viso. la gente intorno scompare, un chiacchiericcio lontano e inutile, mi ronzano le orecchie
“è una coscia, una semplice, semplicissima coscia” mi diresti se sapessi cos’ha scatenato la mia voglia
ma io apro le gambe, coperte dalla tovaglia, sposto le mutandine e affondo il dito lì, al caldo umido, come se fossi un soufflè bollente, gonfio da scoppiare
ti vedo, lì, come ieri, riflesso nello specchio: tu che mi monti a pecora e io che fisso quella coscia (quella semplice, semplicissima coscia) che forza sul ginocchio, affossato nel materasso, e si fa forza per spingere
inculandomi
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